Amore mio ti odio,
perché mi togli il fiato,
perché mi metti l’ansia
ed io non dormo più.
Coi tuoi cent’anni in meno
mi arrivi come un treno,
violenti i miei paesaggi
e non ti fermi mai.
La mia coetanea noia,
seduta a me vicino,
mi guarda in modo strano,
ma non mi chiede mai;
sarebbe andare incontro
a giorni di altri guai
e lei ne è così stanca
che immaginar non puoi.
Ne abbiam vissute tante
d’averne perso il conto,
per arrivare ad oggi
stremati come buoi;
e se quell’angolino
di labbro mio rialzato
somiglia ad un sorriso...
un po’giova anche a lei.
Nessun commento:
Posta un commento