Sei la stessa che una sera,
mentre parlavamo,
prese la chitarra
e cantò una mia poesia.
La stessa che poi rise,
fino a starne male,
quando, eiaculando,
volai giù dal divano.
E son gli stessi occhi
che guardavano lontano,
mentre sussurravi:
”e metti che ti amo? ”
E metti che sul foglio,
che adesso stringi in mano,
invece di una firma
ci scrivessi:
”riproviamo”?
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