Sbrigati, ragazzino
e non dar retta a quei poeti
che vedon tutto positivo,
o s’improvvisano profeti.
Sbrigati a capire
che il mondo tuo si è trasformato
e non è come, chi adesso scrive,
per te lo aveva desiderato.
Sono felice quando mi chiedi
e arrivi quasi a disperarti,
per ottenere quello che, credi,
sia giusto ch’ io debba lasciarti.
Ma tremo, quando al buio tremi;
mi fan paura le tue paure,
mi fanno rabbia i tuoi lamenti,
le tue rinunce e i riflessi lenti.
E allora, sbrigati, ragazzino,
che lì fuori son tutti armati:
stanno aspettando il mio bambino
tra i corpi fragili già eliminati.
Nessun commento:
Posta un commento