Ed eccolo di nuovo quel vento di bontà
che ogni anno soffia sui volti della gente;
che li fa sembrar sereni e con un po' meno pensieri,
quando posa su quei cuori zuppi di malinconia.
E arriva di nuovo in casa lo squillo che aspettavi
di uno di quei cuori di cui parlavo prima,
a dire che di noi non ci si è dimenticati,
a rammentar l’affetto che è ancora forte e vivo.
E poi il gioco dei sorrisi, a volte più formali,
a volte più sinceri ma spesso anche normali
a dimostrar che in fondo non è per cattiveria,
se fatalmente in giro non ci si trova più.
Ma è soltanto il vento, ed io lo so,
a colpire gli uomini negli occhi,
a ipnotizzarli con gli spot della tivvù
sempre più invadenti tra le mura delle case.
Vento che come droga penetra nei nasi
sempre più invadenti tra le mura delle case.
Vento che come droga penetra nei nasi
e carica i pensieri di cose da comprare,
di gente da sentire, di amici d'abbracciare,
di gente da sentire, di amici d'abbracciare,
coi figli già colpiti dai primi forti effetti.
Un vento si pesante e di certo anche malato
ma buono dove un anno non sembra mai passare
o dove addirittura ha soltanto danneggiato,
dove c'è più bisogno di credere e sperare.
Dove, tranne a tratti, ognuno guarda in terra,
cercando per la strada mille spiegazioni
e che soltanto al fiuto del vento di Natale,
trova ancora quiete e voglia di avanzare.
Un vento si pesante e di certo anche malato
ma buono dove un anno non sembra mai passare
o dove addirittura ha soltanto danneggiato,
dove c'è più bisogno di credere e sperare.
Dove, tranne a tratti, ognuno guarda in terra,
cercando per la strada mille spiegazioni
e che soltanto al fiuto del vento di Natale,
trova ancora quiete e voglia di avanzare.

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