domenica 22 dicembre 1991

VENTO DI NATALE (22/12/1991)



Ed eccolo di nuovo quel vento di bontà
che ogni anno soffia sui volti della gente;
che li fa sembrar sereni e con un po' meno pensieri,
quando posa su quei cuori zuppi di malinconia.

E arriva di nuovo in casa lo squillo che aspettavi
di uno di quei cuori di cui parlavo prima,
a dire che di noi non ci si è dimenticati,
a rammentar l’affetto che è ancora forte e vivo.

E poi il gioco dei sorrisi, a volte più formali,
a volte più sinceri ma spesso anche normali
a dimostrar che in fondo non è per cattiveria,
se fatalmente in giro non ci si trova più.

Ma è soltanto il vento, ed io lo so,
a colpire gli uomini negli occhi,
a ipnotizzarli con gli spot della tivvù
sempre più invadenti tra le mura delle case.

Vento che come droga penetra nei nasi
e carica i pensieri di cose da comprare,
di gente da sentire, di amici d'abbracciare,
coi figli già colpiti dai primi forti effetti.

Un vento si pesante e di certo anche malato
ma buono dove un anno non sembra mai passare
o dove addirittura ha soltanto danneggiato,
dove c'è più bisogno di credere e sperare.

Dove, tranne a tratti, ognuno guarda in terra,
cercando per la strada mille spiegazioni
e che soltanto al fiuto del vento di Natale,
trova ancora quiete e voglia di avanzare.

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