sabato 3 novembre 2007

"Addì 3 novembre del '66"


Preparo un caffè, accendo il fornello,

poi torno di nuovo allo sfoglio dell’album;

e fra tante pose di me ancora bambino,

ne sfilo via una di un mio compleanno.

Viso allungato da soffio felice, 

contorno muto di canto parente

e tre candeline di fiamma vibrante

nell’attimo prima di essere spente.

Sbiadita nel dorso, al par dell’ innanzi, 

di chissà quale mano e di chissà quale inchiostro, 

svetta, incurante dei nostalgici lai, 

l’ "Addì 3 novembre del 66".

Tra il bianco ed il nero e un po' di talento, 

spettatore mi addentro nel subito dopo

e su sedia di vimini, comoda e dondolante, 

sorridente mi siedo, eccitato e curioso.

Ed ecco i miei nonni, la loro cascina, 

mia madre ventenne e le sue tre sorelle; 

mio zio che mi prende, di me poco più grande

e mi porta in giardino a insegnarmi a calciare.

Respiro f'in fondo per non perdere nulla

degli odori e dei suoni così ancor familiari; 

poi c’è Rudy che abbaia e qualcuno lo strilla:

(ha fiutato, son certo, una strana presenza).

E poi nonno che avanza col tabacco già in mano,

dall’astuccio argentato tira via una cartina; 

gli cedo il suo posto carezzandogli il capo 

e lui volta di scatto un brontolio siciliano.

Le donne son prese a sparecchiare e a pulire, 

un po’di torta è d’avanzo, andrà bene per cena; 

ma il caffè che mi chiama col suo fischio di moka, 

mi riporta, sfumando, al mio mondo reale.


Sento il cuore cantare ”tanti auguri a Daniele”

e di quel soffio felice ritrovo tutto il calore.

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