Bianca si allungava sul marmo del comò
ma non era certo la figlia del dottore, no.
Ci stava giusto un poco, poi la tiravamo via
e due minuti dopo era già fantasia.
Bianca però era cara e c’era chi si dava via
e due minuti dopo era già fantasia.
Bianca però era cara e c’era chi si dava via
per passare una notte intera in sua compagnia.
Bianca però era chiara, diceva “non legarti a me”
prima di svanire insieme alla sua euforia.
Marco, invece, era scuro, nell’ animo e nel viso,
era poco sorriso e tanta rabbia in se.
Marco era sicuro, forse anche troppo di se,
sempre a duecento all’ ora, senza mai un vero perché.
Marco lavorava, lavorava insieme a me,
Marco lavorava, lavorava insieme a me,
finché Bianca non le bastava per farci solo dei week end.
Così se ne andò via, cambiò lavoro e compagnia
ed io non lo vidi più, se non su questa fotografia.
Il suo volto scuro a destra e la sua fuoristrada affianco,
sollevata da una gru sopra la firma di un giornalista.
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