MISSIONE

Scaraventato all’ improvviso in questa nuova realtà,
sto qua, a rovistare vecchi pezzi di me
per vedere se c’è ancora qualcosa di utile
da portare con me in questo mondo disabile,
inabile,
diversamente visibile.

E trovo un pezzo di pazienza
di cui non posso fare senza
in una società senza coerenza
che ciò che dice non è quello che pensa
che usa parole come “solidarietà”
e poi t’innalza muri e ti dice:
“tu là
ed io invece di qua”.

Poi trovo un pezzo d’immaturità
che scarto insieme al desiderio di evadere
perché no, proprio non mi posso esimere,
in uno Stato impreparato ed incapace di credere
nella ricchezza della diversità,
dal far da faro per chi non sa distinguere
il male dal bene, il cattivo dal buono
e non riconosce il suono d’allarme
e magari lo scambia per tuono
quando non sta per piovere
ma per saltare l’equilibrio di un vivere
appeso a un filo teso
tra velocità ed innocenza
tra voracità e inappetenza.

Poi trovo un grosso vecchio tocco di rabbia
che divido a metà
e lascio il pezzo più corroso di là
e porto quello un po’ più sano di qua
perché no, proprio non mi può bastare
solo pregare ed avere speranza
in un covo di furbi e di sordi
che non ascolta chi è timido
se non è un timido pieno di soldi
che può acquistare anche senza parlare
così il diritto diventa solo un' occasione,
un' asta privata tra chi è in grado di offrire.

E trovo infine un pezzettino d’amore
ma è troppo piccolo e lo devo allargare
se voglio avere sempre una buona ragione
per non mollare e continuare a volare
quando anche il fiato sembra stia per finire
quando la mente sembra voglia atterrare
ma ancor di più per dare un nome a questa vita
ed imparare a chiamarla “missione”.