Nell'inferno dei malati
m'imbatto se chiudo la mente
ai desideri e alle speranze
e mi offro schiavo del suo niente.
Sento la bestia, l'animale,
quando d'istinto scelgo il male
per sopraffare chi è minore
o non ha mezzi per lottare.
E conosco l'avidità
dei mediocri e dei potenti,
quando ho cibo da dividere
ma lo stringo in mezzo ai denti.
Mentre scopro quella rabbia
che han disabili ed anziani,
quand'urlo il mio dolor presente
a chi sa dir solo "domani".
La tranquillità dei saggi
la scovo dentro a una lettura,
o quando tutto scorre liscio
mentre ascolto la natura.
So dell'estasi dei grandi
quando trovo la parola,
quella che fa goder la mente
e scioglie il nodo dalla gola.
Riconosco l'umanità
che hanno gli uomini di fede,
quando mi arriva dritta al cuore
la paura di chi non crede.
E nello studio della vita
vedo la strada illuminata;
ma so che resterà parziale
se non imparo la condivisione.
Perché c'è un punto dentro ognuno
dove tutto è comprensione,
dove passa solo luce,
dove terminano le parole.
C'è un solo e unico sorriso
che non distingue bene e male
e tutto viaggia in direzione
dell'amore universale.
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