venerdì 8 febbraio 2013

FRAMMENTI (8/2/2013)





Mia nonna usciva presto per andare a far la spesa;
si fermava prima in chiesa a pregar chissà per cosa.
Mio nonno mi regalava dieci lire per le gomme
ma solo se ascoltavo il suo racconto sulle bombe.
Io con le braghe corte che correvo sulla terra
e fingevo di morire come eroe di quella guerra.
Ed il fornaio Zeno mi guardava e sorrideva
per il troppo sudore e la maglia tutta nera.

Il cielo era più azzurro
sul vuoto del paesaggio
e le bubble gum dell' Elah
avevano il tatuaggio.

La cinquecento bianca parcheggiata sotto casa
col magico alberello  a riempirla di limone.
Mia sorella chiusa in bagno a farsi bella con Bosè
e il suo primo fidanzato ad aspettarla lì con me.
Era "un sabato qualunque", era "un sabato italiano"
mi fumavo la Marlboro dopo aver preso il caffè.
Prendevo poi la giacca con lo stemma AC/DC,
l'autoradio, le cartine e i miei eran già lì.

La sera era più lunga,
la notte il nostro giorno
e "for those about to rock"
sia all'andata che al ritorno.

La casa era pulita, profumata di lavanda
e Teresa quasi pronta a ricevere gli amici.
Io scendevo giù con Billy e giocavo la schedina
poi tornavo appena in tempo per accogliere la banda.
Grandi risa e sguardi obliqui con la donna di Simone
tra racconti, barzellette e rumore di bicchieri.
Tra litri di Barolo e qualche tiro di maria
riuscimmo pure a darci un bacio prima che se ne andasse via.

La vita era più aperta,
l'amore chissà cosa
si chiamava Elisabetta
ma non divenne mai mia sposa.

Mio figlio stà giocando con le bolle di sapone
la mamma stà guardando un vecchio film in DVD;
io stò battendo i tasti di una tastiera luminosa
con gli occhiali in punta al naso e un bicchiere di qualcosa.
E' una domenica qualunque di un inverno assai piovoso
con il gatto sul divano e la cena già sul fuoco;
cerco l'ultima frase per una chiosa dignitosa
che rispetti il cuore, quando vuol mettersi in gioco.

Il tempo è relativo,
lo spazio un' illusione
se basta così poco
per star dentro a una canzone.

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