Io, mille e cento euro al mese
io, dodici ore di lavoro;
io, sempre a caccia di pretese
per trasformar la merda in oro.
Io, col sorriso sempre in bocca
e per tutti una parola;
io educato ed io cortese,
io, pronto ovunque e ad ogni ora.
Ma c' è quel soffio che mi sfiora
e che mi fa la pelle d' oca;
c' è quel lampo che mi acceca
quando la forza resta poca.
E' misteriosa la sua fonte
e l'intenzione non mi è chiara,
ma in quell'istante che l'ho di fronte,
giuro: mi fa un bel po' paura.
Io, in coda per qualsiasi cosa,
attento a rispettar la fila;
io, tutt' al più, birra e gazzosa
nelle serate di "gran gala".
Io, con la mano sempre tesa,
senza badar su che colore;
io, puntiglioso a mantenere
fresca la mente e caldo il cuore.
Ma c' è quell'incubo che dura
qualche secondo sempre in più
quando la notte è troppo scura
e l'alba non vuol venire su.
E' un grido fermo nella gola
e la sua voce non sembra mia;
io, come un bimbo, tremo nel letto
e prego che se ne vada via.
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