mercoledì 27 giugno 1984

A NONNO (27/6/1984)




















Avrei voluto averti qui,
insieme ai miei vent'anni,
a parlarmi della guerra
e degli americani
per capire la vita della gente
sotto ai fischi delle bombe;
ciò che un semplice libro di storia
non mi ha saputo riportare.

A guardar le stelle della sera,
seduto accanto al tuo sgabello,
a fumarci insieme un'altra ”cicca”
e sentirti raccontare...
ad ascoltare le cicale
sovrapposte ai carri armati
e un tossire da lontano
sulle urla delle donne...

E intanto un'altra ora va via;
tu dormi ancora, ma io ti vedo
mentre dondolo sulle tue gambe ferme
e le tue mani stringono le mie.

Non me ne accorsi quando andasti via:
più di una sedia sediola non potei rimpiangere;
ma tra le lacrime di nonna
scoprii la tenerezza
e nel veder vuoto lo sgabello
mi accorsi di sentirmi triste.

Avrei voluto discutere con te,
capire i torti e le ragioni,
conoscere meglio il tuo carattere
ed il tuo nome;
avrei voluto confrontare
i tuoi vent'anni con i miei
e giudicare insieme
il cambiamento del nostro mondo.

E invece un'altra ora va via,
con i miei occhi sul tuo bicchier di vino
mentre le tue mani, tremando un po'
girano il tabacco (come a volte si fa ancora).

Tu intanto dormi,
ma io ti ascolto,
mentre, brontolando
curvo ti allontani;

ti appoggi stanco al tuo bastone
e brontolando,
piano piano,
ti allontani.

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