sabato 9 dicembre 2006
ERA MIO PADRE (09/12/2006)
Dalle mie piccole braccia protese
che t'imploravano di sollevare,
al giorno in cui ti ho guardato sparire
nel suono elettrico di un avvitatore,
avrò ingerito milioni di parole
contribuendo a non migliorare
il nostro dialogo a senso unico
che aprivi, intento solo a giustificare.
Le tue azioni, con il tuo cuore,
abitavano troppo distanti tra loro,
così distanti, che per comprenderti,
ancora oggi mi tocca viaggiare.
Ma ci son tappe che però non dimentico,
come un abbraccio, ch'è forse l'unico,
che caricai zuppo di sentimento
per trattenerlo il più lontano nel tempo.
E tu diventavi così il mio bambino,
sciogliendoti in lacrime tra le mie braccia;
e io, abituato a vederti roccia,
mi accorsi lì ch'eri come stracchino.
Domani mio figlio chiederà di suo nonno,
magari dal letto, prima di prendere sonno;
ed io gli dirò, come inizio di fiaba:
”Era mio padre, il più buono del mondo”.
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